PRETESTI PER LEGGERLO
del libro "La borsa di Calvi"
(di Mario Almerighi)
Dall’autore de "I banchieri di Dio", bestseller da cui è stato tratto il film omonimo diretto dal regista Giuseppe Ferrara
Un clamoroso giallo irrisolto, che ha coinvolto boss mafiosi, faccendieri senza scrupoli e lati prelati del Vaticano
Una nuova ricostruzione sviluppata a partire dalle lettere private Contenute nella borsa personale di Calvi e qui pubblicate per la prima volta
– Sua Eminenza, io mi sono un po’ stancato, io ho anticipato per quello che lei sa…
– Lo so, lo so, deve pazientare ancora un po’.
– Sì, io ho già dimostrato di averla la pazienza, si tratta di svariati milioni di dollari… Lo Ior…
– Be’, be’, non esageriamo, comunque, stia tranquillo… ma non faccia più quel nome.
Conversazione telefonica tra il boss Giulio Lena e un alto prelato del Vaticano in relazione all’acquisto delle lettere contenute nella borsa di Calvi.
“Flavio Carboni aveva ricevuto da Giulio Lena un ingente prestito… mi disse che questi finanziamenti dovevano servire sia per incrementare una campagna di stampa in favore della Chiesa sia per il recupero dei documenti che restituissero credibilità allo Ior e al Vaticano stesso, dopo le note vicende.”
“Mi siano restituite tutte le somme da me devolute per i progetti riguardanti l’espansione politica ed economica della Chiesa; mi siano restituiti i mille milioni di dollari che, per espressa volontà del Vaticano, ho devoluto in favore di Solidarnos´c´; mi siano restituite le somme che ho impegnato per organizzare centri finanziari e di potere politico in cinque paesi dell’America del Sud, somme che ammontano a oltre 1,75 milioni di dollari.”
Lettera di Roberto Calvi, priva di data e destinatario, consegnata dall’avvocato di padre Hnilica, Roberto De Felice, al giudice Mario Almerighi.
“Nel mese di aprile del 1985 Flavio Carboni mi disse di sapere dove si trovava la borsa di Calvi e di essere in grado di recuperarla dietro pagamento di circa 3 miliardi di lire... Carboni mi disse anche che il Vaticano, per ottenere la borsa, avrebbe poi pagato 41 miliardi tramite la Pro Fratribus, che faceva capo a monsignor Hnilica.”
20 maggio 1988. Dichiarazione di Giulio Lena a Mario Almerighi.
“Noi sapevamo dove accorrere per ottenere le carte mancanti e ci parve non esserci altro partito ragionevole che acquisire quelle carte, subito, prima che altri vi mettessero le mani!... Mi limito a dire a Vostra Eminenza che gli impegni urgenti, anzi urgentissimi, ammontano oggi a circa L. 14.500.000.000.”
Lettera del 25 agosto 1986 inviata da padre Hnilica al cardinale di Stato vaticano, Agostino Casaroli.
“Questi assegni dovevano servire come garanzia morale... Lo scopo era quello di trattenere la documentazione che riguardava Calvi e lo Ior in modo da evitare che andasse in mani avverse.”
Il 24 febbraio 1987 padre Hnilica parla con il boss Giulio Lena dell’acquisto dei documenti della borsa di Calvi.
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