




Claudio Rossi:
Un appello fresco, sincero, accorato alle nuove generazioni. Seguirlo forse darà a tutti la possibilità di quel cambiamento tanto auspicato.





elisa:
Letto tutto d'un fiato. Un libro che ti insinua ancora più voglia di lottare, se possibile. Da leggere e da rileggere





laura sala :
Nel libro ho ritrovato tutta la forza e la passione che vorrei ogni giorno trasmettere ai miei studenti. L'autore riesce con grande efficacia, a scuotere e far rinascere quel il bisogno che i giovani hanno di dire chi sono e cosa sanno fare e apre loro la grande strada che, purtroppo fino ad oggi è stata sbarrata, della libertà di pensiero e azione nella totale salvaguardia della legalità, tutto ciò raccontando loro fatti storici che lo hanno visto protagonista. Lo ammiro profondamente.





claudia fanti:
Grazie con la mente e con il cuore! Sono d'accordo sul giudizio di G. Bocca.
Sì, in ogni riga ci sono forza e purezza insieme. Poche chiacchiere e tanta onestà di vita e di idee. Questo libro è una proposta. E' vivo!
Caro Massimo Ottolenghi, Lei é il più giovane fra tutti noi che abbiamo l'onore di leggerLa.





Messaggero.it:
«Noi non ce l'abbiamo fatta, abbiamo fallito, ora tocca a voi». Un'ammissione di colpa grave e un appello vigoroso ai giovani quelli contenuti nel libro di Massimo Ottolenghi, classe 1915, torinese, di famiglia ebrea, un simbolo della resistenza civile. Ribellarsi è giusto è il «monito di un novantacinquenne alla nuove generazioni», un urlo contro «l'indifferenza di una società ipnotizzata da un'informazione monopolizzata, salvo rare eccezioni»





Renza:
Da un uomo che ha lottato e vissuto, un messaggio d'amore e di speranza, in un'epoca in cui ai giovani sono precluse le aspettative di futuro. La Spagna e i popoli arabi insegnano: ribellarsi, oltre che giusto, è legittimo e può davvero cambiare le cose!
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