




daniele:
Ringrazio tutti per le recensioni e per aver compreso lo spirito che muove questo libro.
Dare dignità al mestirere del giornalista ormai impoverito dal servilismo e ridotto al copia e incolla di agenzie di stampa.
Questo libro è dedicato atutti quei giovani che ho incontrato in giro per l'Italia che amano ancora ricercare la verità dietro alle versioni ufficiali.





Maurizio:
Passione divorante e servilismo schietto. La classe giornalistica italiana si muove lungo questi due assi e non contempla vie di mezzo. Mi spiace dirlo, ma mi sembra che i casi raccontati riguardino solo poche illuminate eccezioni, di cui ormai non si parla più. A prevalere è una mediocrità che lascia poco spazio ad altre considerazioni. Forse sarebbe utile anche un'inchiesta sui motivi per cui il giornalismo italiano è caduto tanto in basso.





Gemma:
La riflessione amara che sopraggiunge dopo la lettura di questo libro si basa su una constatazione. Oggi chi voglia diventare giornalista ha dinanzi a sé solo la strada dell'appoggio personale, della relazione. Questo determina una involuzione del mestiere sotto l'aspetto della qualità e della sostanza. Chi dimostra passione e spirito di sacrificio è destinato alla marginalità, o a soccombere, com'è capitato ai giornalisti di cui si racconta. Questo libro è un omaggio lucido e vero.





Giacomo Di Girolamo:
Chiunque abbia la passione per il giornalismo dovrebbe leggere l’unico libro che in Italia coniuga tutte e due le cose, al momento. Si tratta di “Passione Reporter” del caporedattore di Radio 24 Daniele Biacchessi. Non aspettatevi però un sussidiario illustrato di quanto sia difficile e bello fare questo mestiere. Tutt’altro , Passione Reporter è un libro crudele, perché racconta gli efferati omicidi di giornalisti italiani in giro per il mondo. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Raffele Ciriello, Maria Grazia Cutuli, Anonio Russo, Enzo Baldoni, donne e uomini martiri della vocazione al giornalismo. La loro colpa è stata andare dove la stampa non era benvenuta, nei campi di battaglia come nei traffici d’armi. La loro colpa è stata seguire episodi che erano destinati all’insabbiatura, pubblicare anche solo piccoli frammenti di scomodissime verità. E’ il giornalismo per come dovrebbe essere. E invece è un giornalismo irregolare, fuori dai salotti e dalle conferenze stampa, non equipaggiato né armato. E’ un giornalismo di passione, non certo di mestiere. Ciriello, ad esempio, era medico, ma era anche un grandissimo fotografo feeelance. Baldoni era un pubblicitario, ma soprattutto era “affamato di storie”. Sono nomi e storie da ricordare. Oggi invece vince l’informazione opaca. Ma se vogliamo alzare lo sguardo, e la testa, “Passione Reporter” è la nostra bussola.
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