DI COSA PARLA
Quarta di copertina del libro "L'avvocato del diavolo" (di Vittorio Dotti)
“Mica siamo scemi: in politica ci mandiamo quelli di cui in azienda possiamo anche fare a meno. Che si facciano eleggere! Che vadano pure in parlamento!”
Marcello Dell’Utri a Vittorio Dotti, sulla scelta dei candidati alle elezioni politiche del 1994
“Smentisci la Ariosto e io ti faccio sindaco di Milano.”
Silvio Berlusconi a Vittorio Dotti
Di Berlusconi conosce tutto: i segreti professionali, il carattere, le passioni, le debolezze. Lo ha visto in famiglia, forte e positivo sul lavoro, fantasioso e incontenibile in politica, ma anche fragile e impaurito di fronte ai ricatti dei faccendieri che lo hanno da sempre circondato, e docile preda di adulatori e carrieristi di ogni specie.
Ora, per la prima volta, Vittorio Dotti, suo avvocato e stretto collaboratore, lo racconta ricostruendo un pezzo fondamentale della sua storia: dal 1980 al 1996, l’anno delle dimissioni di Dotti da capogruppo di Forza Italia alla Camera e della fine dei loro rapporti. Dalla Milano da bere di Craxi e Pillitteri alla fine della Prima repubblica e l’inizio della nuova. Un cambiamento epocale.
Dalle acquisizioni della Standa e Mediolanum a quella clamorosa del Milan (dopo averci provato con l’Inter), al boom televisivo del Biscione con la felice espansione in Spagna e gli insuccessi in Francia e in Germania e l’avventurosa e impensabile esportazione della pubblicità tv in Russia negli anni della Perestrojka. Un mix sbalorditivo di audacia e spregiudicatezza come dimostra il caso Ariosto, quando il teste “Omega” squarcia il velo sugli scandali finanziari di Berlusconi e le tangenti pagate da Previti per il controllo della Mondadori (di qui la rottura
tra Dotti e Berlusconi).
Attraverso aneddoti, ricordi, rivelazioni, ecco i particolari di questo incredibile, grottesco e italianissimo copione teatrale che a poco a poco ha costretto personaggi come Dotti a un progressivo allontanamento. Hanno vinto i falchi, non c’è posto, qui da noi, per un liberalismo democratico, onesto e socialmente responsabile. Questo libro lo dimostra.
Vittorio Dotti è stato per sedici anni il legale di Silvio Berlusconi e della Fininvest. Ha curato le più importanti acquisizioni del gruppo: Standa, Milan, Mediolanum. Ha seguito la nascita del polo televisivo nazionale ed estero del Cavaliere, il caso Sme e la guerra di Segrate per il controllo della Mondadori. Eletto al parlamento nel 1994, ha ricoperto le cariche di vicepresidente della Camera dei deputati e di capogruppo di Forza Italia.
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"I segreti di Berlusconi e di Forza Italia nel racconto inedito di un testimone d'eccezione"
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L'avvocato del diavolo
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"I segreti di Berlusconi e di Forza Italia nel racconto inedito di un testimone d'eccezione"
autore:
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Vittorio Dotti
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collana:
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Reverse
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dettagli:
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240 pagine
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prezzo:
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14,60 €
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Leggi i pretesti
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Tag: Andrea Sceresini, Biscione, Forza Italia, L'avvocato del diavolo, Marcello Dell’Utri, mediaset, Mediolanum, milan, mondadori, Prima Repubblica, Silvio Berlusconi, Standa, Stefania Ariosto, Vittorio Dotti
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PRETESTI PER LEGGERLO
del libro "L'avvocato del diavolo" (di Vittorio Dotti)
“ ‘Perché non facciamo qualche trasmissione educativa?’ Lui mi guardò stupefatto, come se avessi detto chissà quale assurdità: ‘Ma ce le abbiamo già – esclamò, – non hai mai visto i programmi di quiz di Mike Bongiorno?’.” Sulla nascita del polo televisivo Fininvest.
“‘È successo un bel guaio’ mi confidò un giorno Berlusconi. ‘Dudi ha messo incinta una ragazza.’ Eravamo sul finire degli anni Ottanta. Lui era poco più che adolescente; lei apparteneva a una famiglia di Arcore vicina a villa San Martino.” La figlia segreta di Piersilvio Berlusconi.
“‘Cosa dici, Vittorio, sarà possibile coprire di merda la Mondadori?’ ‘Metaforicamente’ osservai io. ‘No, no, per davvero’ mi rispose. ‘Si potrebbe organizzare una bella colonna di camion carichi di letame con cui cospargere il palazzone.’” Dotti e Berlusconi sulla guerra di Segrate.
“‘Se sei milanista – gli feci notare – perché non compri il Milan?’ E lui: ‘Purtroppo non posso. Il mio mago mi ha detto che mi porterebbe sfortuna!’.” Dotti a Berlusconi.
“Il nostro Silvio diventerà presidente della Repubblica.” I genitori di Berlusconi a Dotti.
“Previti, che si professava craxiano, spesso, accalorandosi, inneggiava ad Augusto Pinochet, il sanguinario dittatore cileno, che lui aveva affettuosamente ribattezzato ‘Pinocchietto’.” Dotti su Previti.
“Se domani, in cambio dell’azzeramento dei suoi processi e delle sue condanne, gli offrissero di arruolarsi nell’odiato ‘Partito comunista’, scommetto che accetterebbe di corsa.” Dotti su Berlusconi.
“Silvio mio, il tuo nome fa rima con Dio.” Poesia di Massimo Boldi.
“Solo grazie alla politica Silvio ha ottenuto ciò che sognava: l’affetto gratuito di milioni di persone, uno sterminato esercito di uomini e donne che lo adorano fedelmente da due decenni in cambio di illusioni. In realtà, in cambio di nulla ma nonostante ciò continuano a idolatrarlo.” Dotti su Berlusconi.
“Veniva scartato anche chi aveva le mani sudaticce: una stretta non sufficientemente secca e virile poteva costare l’esclusione.” Sulla scelta dei candidati alle elezioni del 1994.
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