DI COSA PARLA
Quarta di copertina del libro "L'industria della carità" (di Valentina Furlanetto)
"Ho l'impressione che le ong - con le dovute eccezioni - alla fine siano servite più a noi che non agli impoveriti, perché funzionali a un modello di sviluppo occidentale. Diventano spesso i paletti avanzanti del nostro commercio estero... Basta con la carità, c'è bisogno di giustizia... La liberazione viene sempre dal basso, dai poveri, mai dai ricchi."
Alex Zanotelli
Questo libro racconta un mondo, quello della solidarietà, di cui non si sa abbastanza. Tra sms che salvano, adozioni a distanza, partite del cuore, campagne televisive, azalee e arance benefiche, quanti milioni di euro raccolti arrivano a chi ha bisogno? La risposta che viene fuori dalle testimonianze di cooperanti italiani e internazionali e dai più recenti dati di bilancio (quando sono disponibili: in Italia non c'è l'obbligo di pubblicare un vero e proprio bilancio economico-finanziario) è che tra profit e non profit c'è ormai poca differenza. Migliaia di associazioni sono in lotta una contro l'altra per i fondi, quelle più grandi spendono milioni per promuoversi e farsi conoscere, intanto le più piccole sono schiacciate dalla concorrenza.
Gli stipendi dei manager del settore non profit sono ormai uguali a quelli delle multinazionali (la buonuscita milionaria di Irene Khan, ex segretario generale di Amnesty International, è solo la punta dell'iceberg).
Ma i soldi non sono che una parte della questione, c'è molto altro da sapere. Che fine fanno i vestiti che lasciamo ai poveri? Come funziona il sistema delle adozioni internazionali? E il commercio equo e solidale?
La filantropia ha fatto cose importanti, ma è anche il simbolo del fallimento della politica. Gli esseri umani non dovrebbero dipendere dalla generosità di altri. Se poi questa generosità diventa un business è importante raccontarlo per impedire che qualcuno si arricchisca sulla buona fede dei donatori.
Valentina Furlanetto è giornalista. Ha lavorato per "Uomini & Business" e "Affari e Finanza". Da più di dieci anni fa parte della redazione di Radio 24 - Il Sole 24 Ore occupandosi prevalentemente di economia e temi sociali. Ha condotto alcune trasmissioni radiofoniche dedicate al non profit come SENZA FINE DI LUCRO (2003--2006), ASCOLTO (2006-- 2008) e FIGLI DI UN DIO MINORE (2008-2010), oltre alla rubrica PAESE SOMMERSO sull'evasione fiscale. È autrice del libro SI FA PRESTO A DIRE MADRE (Melampo Editore, 2010), un'inchiesta narrativa sulla maternità in Italia.
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"Da storie e testimonianze inedite il volto nascosto della beneficenza"
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L'industria della carità
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"Da storie e testimonianze inedite il volto nascosto della beneficenza"
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PRETESTI PER LEGGERLO
del libro "L'industria della carità" (di Valentina Furlanetto)
"Ho capito che la povertà è un prodotto, che viene venduto come altri prodotti, promuovendo costose analisi di mercato, organizzando campagne stampa, sbattendo spesso il volto di un bambino, preferibilmente affamato o sfigurato o impaurito, sullo schermo di un televisore o a tutta pagina su un quotidiano."
"Il 66 per cento di tutte le donazioni che sono state fatte nel mondo non sono state investite per la gente di Haiti, ma per il funzionamento delle ong. Alcune hanno comprato fuoristrada da 40-50.000 dollari e il 20 per cento delle donazioni è andato in stipendi del personale delle organizzazioni." Evel Fanfan, presidente di Aumohd (Action des unités motivées pour une Haïti de droit), organizzazione di avvocati che dal 2002 si occupa della difesa dei diritti umani e civili della popolazione di Haiti.
"La bontà disarmata, incauta, inesperta e senza accorgimento non è neppure bontà, è ingenuità stolta e provoca solo disastri." Antonio Gramsci.
"Per salvaguardare oceani, balene, foreste, ambiente Greenpeace Italia ha utilizzato 2 milioni 349.000 euro, meno di quanto spenda per pubblicizzarsi e cercare nuovi iscritti: 2 milioni 482.000 euro." Dati bilancio 2011.
"Questo è un sistema assurdo, ci sono tantissimi soldi che girano senza che cambi nulla. Le organizzazioni sono tutte in lotta fra loro, lotta spietata per i fondi." Viviana Salsi, trentenne milanese con diverse esperienze come cooperante internazionale.
"Sarà un caso ma in occasione delle settimane della moda a Milano ai giornalisti accreditati arrivano decine di inviti a serate che promuovono villaggi scuola in Burundi, ospedali per l'infanzia in Mali, ma mai una volta che sui cartoncini siano impressi nomi come l'Opera di san Francesco, dove ogni mattina si mettono in fila i senzatetto... Quella ai poveri locali sarebbe una specie di carità a km zero, ma sfortunatamente non tira."
"Abbiamo il diritto di chiedere dove vanno a finire le donazioni e il dovere di farlo nei confronti di chi vogliamo aiutare."
"Dalla vendita delle azalee Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro) ha ricavato 10 milioni di euro. Per organizzarne la vendita ne spende quasi la metà, circa 4 milioni." Dati bilancio 2011.
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