DI COSA PARLA
Quarta di copertina del libro "American dream" (di Marco Cobianchi)
“Avete dimostrato che nessun ostacolo è insormontabile. Avete dimostrato fiducia in voi stessi e negli altri. Abbiamo realizzato un sogno.We did it!, ce l’abbiamo fatta.”
Sergio Marchionne ai dipendenti Chrysler
Missione compiuta. Marchionne l’infallibile è riuscito nell’impresa disperata di salvare la Fiat. A quale prezzo? La più grande industria italiana è destinata a diventare parte di una multinazionale che sarà quotata a New York, che avrà sede ad Amsterdam e che pagherà le tasse a Londra. Una fuga dall’Italia dopo anni in cui lo Stato, cioè i contribuenti, ha foraggiato l’azienda per miliardi di euro via rottamazioni, sussidi indiscriminati, fondi pubblici alla ricerca e allo sviluppo, cassa integrazione... Un polmone artificiale che ha dato ossigeno a un’industria in fin di vita, con la famiglia Agnelli che non ha messo un euro ma ha continuato a incassarne.
Marco Cobianchi alza il sipario sui dieci anni dell’era Marchionne appena compiuti. Mette in fila i fatti: le promesse e le bugie, il carosello dei piani industriali (ben otto in nove anni, e mai realizzati), i bilanci e un debito considerato “spazzatura” dalle agenzie di rating, la trasformazione della Fiat in una finanziaria, i flop internazionali (Cina, Russia, India).
I numeri non lasciano scampo: oggi Fiat perde 911 milioni di euro mentre Chrysler guadagna un miliardo e 854 milioni. Gli stabilimenti italiani divorano gli introiti di quelli d’oltreoceano e per questo sono a rischio chiusura nonostante tutti dicano che no, non è il caso di preoccuparsi. La casa di Marchionne a Detroit è l’ultimo atto di una lunga liaison internazionale. Il sogno americano è diventato realtà. Era proprio destino.
Marco Cobianchi è giornalista di “Panorama” e da sempre si occupa di economia. Per Rai 2 nel 2012 ha ideato e condotto “Num3r1”, la prima trasmissione di informazione economica basata sul data journalism. Ha collaborato al libro collettivo BIDONE.COM (Fazi Editore 2001) scrivendo i capitoli riguardanti la nascita e il crollo delle società internet italiane. È autore di BLUFF, PERCHÉ GLI ECONOMISTI NON HANNO PREVISTO LA CRISI E CONTINUANO A NON CAPIRCI NIENTE (Orme Editore 2009). Per Chiarelettere ha pubblicato MANI BUCATE (2011) e l’ebook NATI CORROTTI (2012).
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"Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat"
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American dream
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"Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat"
autore:
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Marco Cobianchi
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collana:
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Principio attivo
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dettagli:
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160 pagine
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prezzo:
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13 €
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PRETESTI PER LEGGERLO
del libro "American dream" (di Marco Cobianchi)
“ Nel 2012 l’allora Fiat Industrial ha distribuito 71,3 milioni di dividendi alla Exor, che a sua volta ha ridistribuito 40 milioni alla Giovanni Agnelli & C. Da qui gli utili si dipanano in mille rivoli per irrorare i conti degli eredi Agnelli.”
“ Noi siamo dei sopravvissuti, siamo gente speciale, non dimenticatelo mai. Sergio Marchionne ai dipendenti Chrysler, 24 maggio 2011.
“ Signori, forse non avete capito bene. La Fiat vuole sapere se voi intendete dire sì o no. Perché se dite sì l’accordo si può fare e l’investimento c’è. Ma se dite no, la Fiat può anche decidere che l’investimento non c’è più, la Panda si continua a fare in Polonia e Pomigliano chiude. Che dite?” Paolo Rebaudengo, responsabile delle relazioni industriali del Lingotto, ai sindacati sull’adozione del Wcm e dell’Ergo-Uas, 10 giugno 2010.
“Il mercato non conosce il concetto di etica.” Sergio Marchionne.
“La cosa incredibile è che, pur non avendo denaro per finanziare il risanamento, la Fiat guadagna lo stesso, anche quando le vendite calano.”
“La Fiat è più piccola di Chrysler, ha più del doppio dei suoi debiti, perde 911 milioni di euro l’anno mentre Chrysler guadagna 1,8 miliardi, brucia cassa mentre Chrysler la produce. La discussione sul ‘chi salva chi’ è chiusa.”
“Marchionne, all’estero, ha quasi sempre perso nonostante la sua strategia fosse perfetta: apro dove mi pagano per farlo. Semplice e infallibile. Invece ha fallito eccome.”
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