Ferdinando Imposimato
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Ferdinando Imposimato ha seguito, come giudice istruttore del Tribunale di Roma,
l’inchiesta sulla strage di via Fani e il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro. Si è
occupato anche di lotta ai sequestri di persona, di terrorismo, di mafia e di camorra,
oltre che dell’attentato al papa. Entrato in magistratura nel 1964, dopo un periodo
trascorso a Milano va a Roma, dove segue le inchieste sui rapimenti ottenendo la
liberazione di numerosi ostaggi, tra cui Giovanna Amati e Angelo Appolloni.
Istruisce inoltre importanti processi, compreso quello a Michele Sindona. Sua, nel
1981, la prima sentenza-ordinanza contro la banda della Magliana. Nel 1983 il
fratello Francesco viene ucciso da Cosa nostra per una vendetta trasversale, il che
lo costringe, per motivi di sicurezza, a lasciare l’Italia alla volta di Strasburgo, dove
viene designato rappresentante italiano in seno all’Unione europea per il contrasto
al terrorismo internazionale. A partire dal 1987 – per tre legislature – viene eletto al
Parlamento come indipendente di sinistra e fa parte della Commissione antimafia.
Presenta numerosi disegni di legge sulla riforma dei servizi segreti, sugli appalti
pubblici, sui trapianti, sui sequestri di persona, sui pentiti, sul terrorismo, sulla dissociazione.
Dopo il rientro in magistratura, è stato giudice della corte di Cassazione,
dove ha raggiunto il grado di presidente onorario aggiunto. È stato presidente della
Trio (Transplant Recipient International Organization) ed è direttore dell’osservatorio
dell’Eurispes sulla criminalità organizzata in Italia. Con Sandro Provvisionato
e Giuseppe Pisauro ha scritto il libro Corruzione ad alta velocità (Koinè 1999). È
autore, per la stessa casa editrice, anche di Terrorismo internazionale (2002), Vaticano:
un affare di Stato (2003) e La grande menzogna (2006), sugli attentati dell’11
settembre 2001. In Francia è uscito Un juge en Italie (Éditions de Fallois 2000).
Per Chiarelettere ha pubblicato insieme a Provvisionato nel 2008 il libro Doveva
morire sul caso Moro, nel 2011 Attentato al papa.
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le mie risposte
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Marco Paci : Gentilissimo Giudice,
cosa pensa delle voci diffuse sul probabile omicidio di Papa Ratzinger? E' un messaggio da intrigo internazionale o una voce superficiale di qualche burlone...?
Grazie.
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R
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Caro Marco Paci,
purtroppo credo che possa essere una notizia vera e non lo scherzo di un mitomane. L'ambizione sfrenata degli uomini politici non è assente anche nelle alte gerarchie vaticane.
Saluti.
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Camilla Marradi: Gentile Professore,
mi sento di dirle: grazie di esistere. Persone come Lei sono rare.
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R
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Cara Camilla,
sono felice che Lei segua le mie povere e inutili riflessioni.
Anche se fosse solo Lei a apprezzarle, io ne sarei molto lieto. Vivo cercando inutilmente la verità, che non riesco mai a raggiungere. Ma questa è la sola ragione delle mia vita.
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Assunta Sarlo: La coltre di mistero che ancora avvolge il caso Moro e gli altri misteri italiani e' funzionale al fatto che la nostra democrazia non e' ancora abbastanza solida per conoscere la verita'?
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R
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Gentile signora Assunta Sarlo, non credo che nella vicenda Moro e nelle altre stragi la verità non venga fuori perché " la democrazia non è abbastanza solida".
Il problema è che da noi esiste una stampa e una TV che non informa sui politici e sui responsabili istituzionali delle stragi di Capaci,Via D'Amelio, Addaura e sulla tragedia di Moro. Insabbia ogni notizia vera sistematicamente semplicemente non descrivendo la verità storica e spesso linciando i testimoni di verità. Oggi, a parte Travaglio, Antimafia duemila e La Voce delle Voci, nessuno parla delle stragi. Gli assassini sono al loro posto di potere, dentro le istituzioni, indisturbati, protetti dal Governo e difesi dalla Stampa e dalla TV. Ma io credo che vi sia anche un'altra ragione che impedisce di dissolvere i misteri sulle stragi di mafia degli anni 90 e sul caso Moro: ed è che la maggioranza degli italiani non vuole conoscere la verità, ed è più dalla parte dei carnefici che delle vittime.
Cordiali saluti.
( leggi l'articolo di approfondimento su Cadoinpiedi)
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Redistribuzione delle risorse, legalità. Il mio programma per cambiare il Paese
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Riporto anche qui un'intervista rilasciata a Tiscali (a cura di Michael Pontrelli). La strage di Piazza Fontana, avvenuta nel dicembre del 1969, viene considerata da molti storici l'inizio della cosiddetta "strategia della tensione" ovvero uno dei peggiori attacchi subiti dalle istituzioni democratiche del nostro Paese nel dopoguerra. A distanza di tanti anni molti degli interrogativi dell'attentato restano ancora senza risposta e questo alimenta il lavoro incessante di tanti ricercatori che vogliono fare luce su uno dei più importanti... continua >>
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