Andrea Casalegno nasce nel novembre del 1944 a Torino, dove vive.
Laureato in diritto penale nel 1968 con Marcello Gallo, prosegue gli studi con Norberto Bobbio. Nel 1973, lasciata l’università, comincia a lavorare presso la casa editrice Einaudi come redattore per le traduzioni dal tedesco.
La spinta verso l’impegno politico viene da Lettera a una professoressa, il libro in cui gli allievi di don Milani, il priore della scuola di Barbiana, denunciano l’ingiustizia della «scuola di classe», che perpetua e aggrava le differenze sociali. Per questo aderisce all’occupazione di Palazzo Campana, sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino.
Nel 1968 lavora con il Psiup. Negli ultimi mesi del ’68 e nel 1969 è di leva. Entra come militante in Lotta continua, il più numeroso fra i gruppi della sinistra extraparlamentare, all’inizio del 1972, e vi resta fino ai primi mesi del 1977, quando l’organizzazione comincia a dissolversi.
Per dieci anni condivide le esperienze di tutti i militanti, i cortei contro la guerra del Vietnam, le occupazioni, le assemblee fra studenti e operai, le discussioni di gruppo, i volantinaggi alle porte delle fabbriche, qualche mese di prigione e di latitanza, ma senza partecipare allo stile di vita collettivo.
Casalegno traduce dal tedesco saggistica e letteratura: Gregorovius, lo storico della città di Roma nel Medioveo, Lukács, gli Inni di Lutero, Nathan il Saggio di Lessing, il Faust di Goethe, i racconti di Kleist, testi di Robert Musil, Elias Canetti, Joseph Roth, Hans Magnus Enzesberger, Erich Fried.
Lasciata l’Einaudi nel 1985, inizia a collaborare con «Il Sole 24 ORE» con un’inchiesta sulla mancata riforma dei licei. Per il supplemento culturale «Il Sole-24 Ore Domenica» scrive di editoria e di letteratura tedesca. Viene assunto dal quotidiano nel 1987. Per alcuni anni cura la pagina «In vetta», che affronta i problemi della montagna: dove continua ad andare tutte le volte che può.
Nel 2008 ha pubblicato per Chiarelettere il libro
"L'attentato".